mercoledì 2 aprile 2008

CHE COS'E' UN'EDIZIONE IN FACSIMILE

Innanzitutto mi presento:
il mio nome è Roberto Bini: mi occupo della produzione di edizioni di pregio nella casa editrice Il Bulino edizioni d'arte.
Il nostro punto di forza sono le cosiddette "edizioni in facsimile". Si tratta di un settore che ha preso piede da alcuni anni anche nel nostro Paese, ma che ha radici più profonde nelle aree di lingua tedesca e spagnola.
C'è una notevole ignoranza relativamente al termine "facsimile" in ambito editoriale, il che genera non poca confusione.
Vorrei con questo primo post fare un po' di chiarezza in materia.

7 commenti:

Max ha detto...

Salve, ho acquistato su ebay un'edizione in facsimile del codice De Sphaera, pagandola un centinaio di euro. Ho visto sul vostro sito che anche voi avete realizzato il medesimo titolo che però risulta esaurito. So però che il prezzo di vendita era di circa 1500 euro, che l'edizione era corredata di commentario, cofanetto, certificato e che la legatura era in vera pelle.
Ora, non mi aspettavo che l'edizione che ho acquistato su ebay fosse realmente la vostra, anche se il venditore tra le informazioni confuse citava anche la vostra casa editrice sono però rimasto deluso poiché si tratta di una banale stampa in quadricromia, senza ori, né a caldo né litografici, per di più su una carta lucida.
Vorrei domandare se un prodotto del genere può veramente definirsi una "edizione in facsimile".

roberto bini ha detto...

Caro Max, il termine facsimile ha una gamma molto ampia di significati... Ma la tua domanda fa esplicito riferimento a "edizione in facsimile". In tale contesto ci si riferisce invece a un prodotto editoriale ben preciso: si parla di una riproduzione estremamente accurata. Il soggetto che viene riprodotto è generalmente un manoscritto prezioso, un "unicum" che non può essere fruito in alcun modo se non attraverso una riproduzione, poiché conservato in importanti biblioteche o musei, visibile solo in occasioni espositive e comunque in una singola apertura. Sfogliare questi cimeli è privilegio degli addetti ai lavori e solo quando cioò sia giustificato da motivazioni di studio o conservazione.
Per questo motivo si giustifica la riproduzione in facsimile: dare la possibilità ai bibliofili di sfogliare questi capolavori, sempre dichiaratamente copie, mai tentativi di falsificare l'originale.
I facsimili costano cari, è vero. La loro realizzazione implica procedure al di fuori degli standard, ma anche l'esito finale è straordinario.
Non voglio apparire sbrigativo, tornerò volentieri sull'argomento tecnico per spiegare anche nei dettagli le procedure che portano al "parto" di un facsimile, ma voglio entrare nello specifico della tua domanda:
l'oggetto che hai comprato non è un facsimile, per tutta una serie di motivi.
Il libretto di cui sei entrato in possesso lo conosco bene: tutto sommato è carino... la stampa è troppo carica ma i files che hanno usato sono splendidi, davvero... e mi sono anche molto familiari: sono i miei!
E' stato facile per un "editore" senza scrupoli, che per altre finalità ha avuto tra le mani il mio materiale digitale, far realizzare a una modesta tipografia una stampa a quattro colori di un volumetto di 32 pagine, poi farlo confezionare con una copertina cartonata rivestita con carta plastificata a "imitazione pelle" e spacciarlo per facsimile. Ora però ti spiego quali sono le differenze tra il nostro facsimile e il libro che tu hai aquistato.
La nostra casa editrice, Il Bulino edizioni d'arte, ha realizzato il facsimile del De Sphaera nel ' 95: ha richiesto e ottenuto dal Ministero i diritti di riproduzione e l'esclusiva per almeno 10 anni, pagando le tariffe dovute. Abbiamo prodotto una campagna fotografica analogica di grande formato (il digitale era ancora un sogno); digitalizzato il tutto con mezzi che allora erano all'avanguardia, ottenendo risultati paragonabili a quelli di una digitalizzazione diretta di alta qualità dei giorni nostri; abbiamo effettuato decine di controlli cromatici e qualitativi e relative correzioni prima giungere ai files definitivi. La stampa offset di base fu realizzata a 6 colori, più un oro in lamina e una successiva sovrastampa sulla lamina. Ogni pagina è fustellata e riproduce non solo l'esatto profilo irregolare della pergamena, ma anche i buchi dei tarli... La raccolta del fascicolo, un unico trentaduesimo, fu manuale, così come la cucitura e la legatura, in vera pelle con impressioni a caldo e a secco. Il volume è accompagnato da un secondo tomo di commentario, da un certificato di garanzia firmato e timbrato dal direttore della biblioteca conservatrice dell'originale (l'Estense) e il tutto è contenuto in un cofanetto. L'opera in prenotazione veniva venduta a meno di un milione, diremmo oggi 500 euro. Negli anni le 999 copie sono andate via via esaurendosi e l'opera ha subito un progressivo incremento di valore tra i collezionisti tant'è che le ultime opere vendute hanno sfiorato i 2000 euro!
Veniamo ora al tuo De Sphaera: l'editore ha usato i nostri files, dei quali è entrato in possesso poiché ha realizzato un'edizione digitale del manoscritto in questione. E questo era l'unico uso per il quale era autorizzato. In questo modo, fregandosene del Ministero, dell'esclusiva, dei diritti e del lavoro altrui (comportamenti dei quali ben presto si troverà a render conto nelle opportune sedi) ha potuto procedere direttamente con la stampa. Stampa che ha effettuato in maniera non proprio impeccabile, su carta non particolarmente adatta, a 4 colori in tutto, senza sovrastampe, senza fustellatura. Per la rilegatura, alla faccia del manoscritto originale, ha optato per 4 ottavi cuciti a macchina. Per la coperina, alla faccia della pelle, un bel cartoncino rivestito in carta stampata e plastificata opaca. Niente volume di commentario accompagnatorio, niente certificato, niente cofanetto, niente numero isbn e, dulcis in fundo, manco l'indicazione dell'editore. Ma noi sappiamo chi è grazie alle dichiarazioni del venditore che, bello come il sole, continua a vendere impunemente le sue copie su eBay, dichiarando ogni volta che si tratta dell'ultimissima copia disponibile... Il volumetto è proposto con una base d'asta di una ventina d'euro e si aggiudica generalmente oltre il centinaio...
Per concludere, caro Max, poi comunque sono sempre disponibile ad approfondire, io direi che il libretto che hai comprato non vale quel denaro e certo non ha i requisiti per definirsi "facsimile". Oltre a ciò si tratta di un'operazione editoriale "casalinga", priva delle necessarie autorizzazioni, che viola il diritto di copyright, ecc. ecc. Poi il De Sphaera è un libro bellissimo e posso capire che si cada in tentazione... Ma piuttosto compratevi l'edizione digitale e poi a livello casalingo stampate tutte le tavole che volete: vengono anche meglio!

Ribero ha detto...

Mi affaccio nel mondo del facsimile in Italia, dopo 25 anni di professione nelle arti grafiche.
Da un punto di vista tecnico il settore mi affascina moltissimo e devo dire che, nonostante la cultura della stampa mi abbia sempre interessato e coinvolto sin dai tempi della scuola, provo meraviglia addentrandomi nelle mie ricerche rivolte a saperne di più.
Al riguardo mi premeva chiederle, data la sua competenza in merito, una precisazione tecnica: saprebbe spiegarmi la differenza tra una edizione in facsimile e una copia anastatica?

roberto bini ha detto...
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roberto bini ha detto...

I termini "Anastatica" e "Facsimile" sono spesso utilizzati in modo promiscuo. L'ultimo è più recente e potremmo dire che si tratta di un'evoluzione del primo.
Una ristampa anastatica consisteva nel fotografare generalmente l'originale con una reprocamera per poi riprodurlo evitando la ri-composizione di testi e immagini, in pratica ottenendo quindi per ogni singola pagina un'unica immagine che ne riproduceva tutti i contenuti e le imperfezioni, una sorta di fotocopia. Rispetto all'originale poteva cambiare il supporto cartaceo, il formato (che però di solito veniva rispettato), la legatura ed altri elementi. Scopo dell'anastatica era primariamete rendere nuovamente fruibile un'edizione ormai esaurita o rara.
Passiamo al facsimile. Premetto che non esistono dei canoni precisissimi per codificare questa categoria di edizioni, anche perché le tecniche del facsimile sono in continua evoluzione, in relazione ai progressi delle tecnologie al servizio di stampa e prestampa.
In ogni caso vediamo di definirne i caratteri consolidati. In primo luogo le edizioni in facsimile prendono in considerazione originali unici, manoscritti, e non libri a stampa, se non rarissimi incunaboli di cui si conservino realmente pochi esemplari nelle più prestigiose biblioteche mondiali. Ovviamente si potrebbe realizzare anche il facsimile di un'opera più diffusa, ma l'ingente investimento di energie e denaro non giustifica tale scelta.
In secondo luogo l'edizione in facsimile si propone di riprodurre non solo i contenuti di ogni singola pagina, ma di ricrearne tutte le caratteristiche nel modo più accurato possibile in relazione ai limiti tecnici di una riproduzione in serie anche se limitata e certificata (mai più di 1000 copie). Ciò significa rispettare il più possibile la cromia dell'originale, utilizzare ori e argenti in lamina laddove siano presenti sull'originale, riprodurre le irregolarità dei profili delle pergamene originali (fustellatura o taglio laser), rispettare lo spessore finale dell'opera usando supporti cartacei si spessore adeguato, riprodurre la legatura in maniera fedele, dalla copertina alla cucitura, rispettando la composizione dei fascicoli originali e i passaggi del filo... faccio un esempio pratico: se un manoscritto è composto da 5 quinterni, due sedicesimi e un dodicesimo con una carta singola imbraghettata, l'anastatica ricomporrebbe il tutto a sedicesimi, mentre il facsimile rispetta le segnature originali.
Spero di avere fatto un po' di chiarezza e mi scuso per il ritardo con cui ho postato il commento.

Anonimo ha detto...

Gentile signor Bini,
vorrei sapere quando scade il diritto esclusivo per l'editore in relazione al proprio lavoro. Mi spiego: se per l'autore il libero utilizzo si verifica 70 anni dopo la sua morte, quand'è che un'edizione può essere liberamente riprodotta in facsimile? Ovviamente andranno sempre riconosciuti i diritti al possessore dell'esemplare riprodotto, ma all'editore che si riconosce, sempre che sia ancora esistente e rintracciabile? Grazie.

roberto bini ha detto...

Mi scuso innanzitutto per l'intempestività della risposta e provo ora ad affrontare l'argomento, peraltro veramente complesso, premettendo innanzitutto che non riuscirò a fornirLe una risposta esauriente, per una serie di motivi.
In primo luogo, la nostra esperienza diretta di editori di facsimili non ci pone questo genere di problemi in quanto i codici che riproduciamo sono esclusivamente manoscritti rinascimentali o medievali, pertanto pezzi unici, in un periodo in cui l'editoria ancora non esisteva, se consideriamo che le prime edizioni di Aldo Manuzio risalgono agli ultimissimi anni del XV secolo.
Secondariamente, la morte di un autore è una data certa. La cessazione dell'esistenza di una casa editrice è un problema più complesso. Mi sento di affermare con ragionevole convinzione che qualora la casa editrice esista tuttora, ad essa debba essere riconosciuto un diritto in caso di riproduzione anastatica o facsimilare, in quanto ad essere riprodotti sono non solo i contenuti ma anche la forma, l'impaginazione, i caratteri, le illustrazioni... in poche parole tutto il lavoro di editing. Suppongo che tali diritti si estinguano alla stregua del diritto d'autore, 75 anni dopo la cessazione dell'esistenza della casa editrice.
In terzo luogo a complicare i ragionamenti precedenti ci pensa la SIAE.
La lettura dei regolamenti è davvero impegnativa e il buon senso non è di per sé sufficiente a comprenderli, interpretarli e condividerli...
Consideri, a titolo di esempio, che in Italia il prezzo doppio rispetto per esempio alla Germania dei CD e dei DVD vergini, cioè vuoti, senza alcun dato salvato, è determinato da un imposta che va a beneficio della SIAE, in quanto su detti supporti è POSSIBILE salvare musica o film (produzione tutelata dal diritto d'autore), ma non è affatto escluso che l'acquirente voglia servirsi di detti supporti per effettuare un backup di dati o le fotografie delle proprie vacanze, che ben poco hanno a che fare con il diritto d'autore...
Per concludere, ripeto, con la consapevolezza di non averLe dato certamente una risposta esauriente, credo che, caso per caso, vadano raccolti gli elementi noti (attuale esistenza della casa editrice o, in caso contrario, data di cessazione dell'attività, o esistenza di eventuale editore che ne abbia acquisito i diritti) e mi rivolgerei secondariamente alla SIAE per verificare nella fattispecie se quel titolo sia libero da oneri e diritti per quanto di loro competenza.

Cordiali saluti

Roberto Bini